Breve riflessione



Nel corso dell’elaborazione e stesura dei miei libri ho avuto modo di constatare, con piacere, quanti siano i musicisti che condividono i miei punti di vista e il mio modo di pensare “intorno alla musica”. Molte cose le avevo già scritte in occasioni precedenti, non solo pensate, e ne ho poi trovata conferma approfondendo gli argomenti o la lettura di interviste, di testi e appunti sparsi sulla rete. In alcuni casi ho dovuto in parte modificare quello che avevo scritto e che altri avevano ripreso, per fugare il dubbio che sembrasse scopiazzato. Sono giunto alla conclusione che per molti aspetti la sensibilità, l’esperienza, le riflessioni dei musicisti, come esseri umani che hanno in comune una passione, sono in fondo molto simili. Pur coinvolgendo persone assai diverse nel carattere, nella formazione culturale, nelle origini, la musica ha comunque il potere di unire anche i pensieri. Non è da trascurare il fatto che oggi la Rete, come sappiamo, mette in collegamento non solo i computer, non solo le strutture le infrastrutture, ma anche i cervelli, i modi di pensare, i materiali e gli strumenti “del pensiero”. Su questo punto sarebbero interessanti anche alcune considerazioni politiche (che avremo modo di argomentare), ma lascio per il momento alla riflessione personale le implicazioni di un aspetto della realtà che oggi non può non far riflettere e che entra a fondo nelle nostre vite. E’ importante acquisire anche una consapevolezza sociale, oltre che musicale, per essere “buoni” musicisti. 

Ugualmente per quanto riguarda gli esercizi mi sono ritrovato spesso nel dilemma di cercare di evitare di dare l’impressione di aver solo copiato. Anche in questo caso penso che alcuni aspetti della tecnica, della didattica e non ultimo i consigli che si possono dare rispetto all'esperienza personale siano considerati imprescindibili e acquisiti da chitarristi anche di diversa formazione. Ho curiosato, sfogliato, studiato, esplorato decine di manuali e sono convinto che ognuno ha qualcosa da dire, non deve essere per forza nuovo, mai sentito o rivoluzionario. Le cose veramente nuove nella musica sono pochissime e passano alla storia. Non possiamo essere tutti dei Jimy Hendrix o degli Arnold Schönberg. Si tratta, invece, di mettere assieme le idee e le esperienze in modo personale, non necessariamente in modo nuovo.

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