Essere contemporanei

La musica è fatta di contrasti, sfumature. Il suono della chitarra può cambiare in mille colori. Da luminoso come il sole a scuro come la notte. Oggi con gli effetti a disposizione combinabili in decine di modi è più facile esprimere stati d’animo, raccontare storie e trasportare chi ascolta in mondi sconosciuti. Si tratta di un vero e proprio tesoro a nostra disposizione, possiamo personalizzare il nostro suono o trasformare la chitarra in una vera e propria tavolozza, come quella dei pittori. Alcuni considerano in senso molto critico questo tipo di tecnologie, le ritengono un modo per snaturare la chitarra, un modo di darle possibilità espressive che non le appartengono. Personalmente sono dell’idea che vadano a tutto vantaggio della creatività e della fantasia. L’estetica cambia, si evolve, non è mai la stessa e la storia della musica è lì a dimostrarlo. Il conservatorismo e l’immobilismo non servono certo ad arricchire l’arte, a scoprire qualcosa di più sul mondo e sull'essere umano. Per l’arte penso sia fondamentale utilizzare, con intelligenza e fuori dalle forzature commerciali e "fashionable", quello che la tecnica del suo tempo mette a disposizione dell’artista. Ricordando che la musica è cultura, non uno spot televisivo.

Oggi tutti vogliono suonare veloci. Siamo nell'era dei super computer e della velocità delle fibre ottiche. Non la velocità e la fede nel progresso dei futuristi – oggi le cose cambiano ad una rapidità senza precedenti, il progresso si chiama informatica e il futuro è una nuvola indistinta. Le mode, la tecnologia, le informazioni come anche l’esistenza delle persone ruotano in un vortice che crea senso di vuoto e di spaesamento. La realtà imprime il suo segno in ogni ambito della vita e non può fare a meno di entrare nell'arte, nella musica, nello spettacolo. Il linguaggio musicale non può fare a meno di esserne attratto, se non addirittura travolto. È sufficiente guardare quanto la tecnica chitarristica sia cambiata in questo inizio di millennio e quanto sia cambiata la chitarra in questi pochi anni, arrivando fino a modelli con 9 corde, fanned fret e altre tecnologie o materiali innovativi.

Anche in questo caso si tratta di utilizzare le idee, il “senso” del tempo e l’estetica che la società nella quale viviamo ci suggerisce, non di venirne abbagliati o scambiare feticci e simboli per uno scopo o un punto d’arrivo. Il nostro obiettivo non può solo essere suonare a 300 bpm. Con la chitarra possiamo creare trame, ricami, sfumature, atmosfere – e da questo punto di vista penso che la chitarra jazz possa insegnare molto – che non dipendono certo da quanto velocemente sappiamo suonare. Essere contemporanei non vuol dire essere alla moda e utilizzare la tecnologia non vuol dire (non può voler dire) soltanto rendere l’arte tanto effimera quanto la velocità dei cambiamenti.

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