POESIE


by G.K.Paquola

IL COLORE DEL MARE 

Sassi levigati sporcati di sale
I riflessi dorati, le mani bagnate di sole
(son tutti ricordi)
Gli spruzzi di ore inutili, o utili
O eterne
Son orme sulla spiaggia del cuore
Sono banchi di alghe
Brandelli del colore del mare
versi riletti, riflessi di sole
Posti, imposti. Riposti
Sento solo il rumore del molo
(nell'anima, in fondo al cuore)
Le mani bagnate di vita
Mentre in silenzio, cammino
Sul colore del mare
E poi ci incontreremo all'orizzonte, amore

AMORI

Ci sono amori che vanno e amori che vengono
Amori che svaniscono e amori che rimangono
Ci sono amori come un melograno
Dove ogni giorno è un chicco da gustare

Ci sono amori scritti sulla carta
E amori che invece non scriveranno mai
Ci sono amori come fotocopie
E amori che passano come delle nuvole

Ci sono amori nati dietro ai vetri
E amori che invece nascono per strada
Ci sono amori che bruciano l'anima
E amori come in una favola

Ci sono amori che cominciano per gioco
E amori che giocano come dei bambini
Ci sono amori dimenticati in una scatola
E amori appesi sopra una parete

Ci sono amori che sbocciano pian piano
E amori che muoiono come sono nati
Ci sono amori che non sai che dire
E non potrai mai definire

Ci sono amori che sono amori
Complicati con silenzi e colori
Ci sono amori che spazzano l'anima
Come il vento che libera il cielo

Ci sono amori in fila e ordinati
Coi sentimenti come tanti soldati
Ci sono amori che non sono amori
Vecchie chincaglierie senza valore

Ci sono amori dimenticati in una favola
E altri in camera sopra al comodino
Ci sono amori dai mille colori
Per tutti gli amanti che vanno via senza rancori

E poi ci sono gli amori come il nostro
Dove dentro c'è sempre un posto
Amori come in una favola
Come in giardino mentre cogli una fragola

I TRENI DELL'ANIMA

Sparisci così
Sulla schiena di un serpente metallico
Instancabile
Che chissà quanti amori avrà portato via
Inghiottita dai rumori
I fischi delle locomotive
Gli annunci delle partenze e degli arrivi
Il via vai dei visi sconosciuti
Sei corpo in dissolvenza
Mi volto ancora un attimo
Per scoprire che ormai sei troppo lontana
Che non c'è più tempo
Parole
Il desiderio di fermarti
E il presente, e quello che verrà...
Ed il rumore che diventa suono
(interiore)
Ancora un attimo e sparisco
Anch'io
Dentro a un mondo sotterraneo.
Non è solo il desiderio nascosto dentro ai pantaloni
Ma anche quello laggiù in fondo
Nel più profondo del cuore
Al di là della retorica
Dove a volte ritrovo la malinconia
I colori confusi
Lo sferragliare dei sentimenti
Che sento così pesanti
Forse perché più vicini al centro di gravità dell'essere
Come vorrei, invece
Che la neve cadesse leggera
Senza rumori
In una campagna imbiancata di tanti anni fa
Non so se sia questa legge naturale
Che governa l'equilibrio dei sistemi
Fatta per essere infranta
Come l'uomo fa da sempre
L'attrazione dei poli che danno un senso al girare inarrestabile della terra
Ma certo questa mia natura inquieta
E' in parte responsabile del girare del mondo interiore
I poli si attraggono e respingono
Con una forza che incatena l'amore
Al di là degli altri e delle cose
Mi accorgo che sono quasi a casa
Su questo treno che mi porta da un'altra parte
Col cuore in tasca dei pantaloni
Il nord e il sud s'incontrano.
Due treni in due direzioni opposte
Non s'incontreranno mai
Ma è proprio questa la magia e la forza
Dell'incontrarsi in un altro luogo
L'altrove è quaggiù, che mi batte nel petto
E' per questo che lo chiamo amore.

L’ALBERO

Vedo un albero maestoso
Dalla mia finestra, di fronte a me
Il fusto alto quasi quattro piani e una chioma imponente
Penso sia un platano.
E' così bello e così soffocato in mezzo al cemento
Da esprimere tutta la sofferenza di una società ammalata
Solo, disperato
Disperatamente costretto tra le case
In una città indifferente e lacerata
Penso che se domani venisse abbattuto
Per dare più luce alle finestre che riflettono la sua forza
Non interesserebbe a nessuno
Eppure è il simbolo di una natura che vuole sopravvivere
Di quella natura espropriata
Derubata, straziata, ferita, sfruttata, soggiogata
Che oggi lotta per sopravvivere
Una natura che manca della voce per gridare il suo allarme
La sua sofferenza
E' veramente bello
Bello come tutte le cose che ci danno la vita
Come l'amore, il mare, le montagne maestose
Le dolci colline colorate dai vigneti
Il cielo azzurro, le nuvole bianche all'orizzonte
Bello come il sole
Come il nostro amore
E allora penso che valga la pena di lottare per salvarlo
Metafora di una natura vittima degli interessi
Della produttività
Di una società votata al benessere
Al malessere di vivere.

L’ATTESA

Ci sono notti in cui mi sembra tutto inutile
Il buio più profondo e irraggiungibile
Ci sono notti in cui vorrei caderci dentro
Perdermi in un sogno lontanissimo
Ci sono notti in cui mi arriva la tua voce
Con la forza della nostra fantasia
Giorni in cui mi sembra inutile anche il sole
Mari vasti e torbide speranze
Ci sono giorni in cui il grido di un gabbiano
Lacera le reti dei pensieri
E poi i giorni da buttare via
Quelli lunghi inutili ed impossibili
E poi il giorno che ti vedrò ancora…
Amore mio

VAGABONDI NEL TEMPO

E’ tempo di amare
O forse di nascondersi nel tempo
E’ tempo di scoprire una ragione
E’ tempo di morire soffocati dentro al tempo
E’ tempo di sognare
O forse di nascondersi nei sogni
E’ tempo di scoprire il nostro volto
Col velo dei ricordi della notte dei tempi
E’ tempo di giocare
O forse è meglio restar seri
E’ tempo di scoprir la differenza
O forse camminare come i gatti sopra ai tetti
E’ proprio sì il tempo di camminare
Tranquilli lungo i viali alberati
Riscoprire il colore dei fiori
Il profumo lontano delle sere d’estate 

INCONTRARSI

Stanno come le pietre nell'acqua.
I passanti, che passano in un passato dal futuro incerto,
sono volti senza volto.
In una città che scorre distratta,
assente, non sento pensieri, risposte...
o forse le domande sono senza risposte.
Quelle degli amanti silenziosi,
a volte per mano, a volte seduti,
avvolti da un possibile futuro o da un impossibile passato.
Siamo soli, o solamente abbandonati.
Abbandonatamente disposti a cullarci nei nostri sguardi.
Sì, questo mi dà un certo sollievo.
In fondo è piacevole, nell'indifferenza di un pietrificato vociare,
ascoltare i nostri silenzi, le nostre mani, i nostri occhi.
Siamo passato e futuro, il presente che cade nel tempo, un luogo sognato.
Un sogno senza tempo. Ci lasciamo così andare in un incontro fluido, senza meta.
Un incontrarsi che sia conferma senza conferme.
Viaggiare senza un viaggio... o forse un viaggio mai abbandonato.
Stanno come le pietre nell'acqua: gli altri.
E la città che scorre intorno.
L'assenza senza senso che ci rende trasparenti, invisibili.
E allora possiamo colorarci di mille colori,
suonare di tutte le note, di armonie velate.
Possiamo saltare e ballare.
Lasciare forse al caso quello che il caso non può decidere.
Sì, perché il fiore più bello è quello che nasce nel deserto...
e la pianta più forte quella che rompe la pietra.

INCONTRI

Parlami non parlami
Viso non viso
Le dita che scorrono
Voce senza voce
Occhi che non guardano
Non vedono la voce
Non sentono i colori
Raccontami racconti
Persi nelle voci
Viso senza visi
Le labbra senza baci
La sera che fugge
E viso non viso
Poi nasce un sorriso
Può nascere un amore

NEL VENTO, NEGLI OCCHI

Arriva così
Il vento, sulla schiena delle colline
Leggera, come un ricordo
Mi sfiori il viso
Gli occhi... la mente
Vola, una foglia
E poi voliamo
E il presente... e il vento
Uno sguardo lontano
Per trovarti vicina
Per smarrirmi come la foglia
Che torna col vento
Il verde, l'azzurro... la vita
Vola, il presente
Che torna come il passato
E mi perdo nel vento
Sulla schiena delle colline
E nei tuoi occhi
E corro lontano
Per sentirmi vicino...





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