Classificazione degli strumenti musicali

La classificazione degli strumenti avviene di solito secondo il metodo di produzione del suono, ma è possibile adottare anche criteri diversi. Secondo questo tipo di classificazione si individuano quattro famiglie di strumenti alle quali si è aggiunta di recente quella degli strumenti elettronici. 

1) Idiofoni: il suono è prodotto dalla vibrazione del corpo stesso 
2) Membranofoni: il suono viene prodotto dalle vibrazioni di una membrana o una pelle 
3) Aerofoni: Il suono viene prodotto da una colonna d’aria 
4) Cordofoni: il suono viene prodotto dalla vibrazione di corde 
5) Strumenti elettronici. Classificazione aggiunta solo negli ultimi anni 
In questo breve riassunto parlerò in particolare dei cordofoni, dei quali fanno parte gli strumenti a corde come la chitarra. 

Nell'antico Egitto troviamo l’arpa arcuata, formata da numerose corde tese su un telaio di legno, il sistro, i flauti, i tamburi e il liuto, antico antenato della chitarra. In Grecia la siringa (o flauto di Pan), la salpinx simile alla tromba, la cetra, l’aulos (un flauto ad ancia) e altri numerosi strumenti a percussione. Presso i romani sono presenti varie trombe, corni, flauti, campanelli, cimbali e piatti di metallo, oltre alle piccole arpe di tradizione greca e alle cetre fenicie e liuti mesopotanei. In Cina, così come in Giappone e in genere in Oriente, sono più diffusi alcuni tipi di violini, strumenti a pizzico simili alla chitarra e al liuto, flauti, organi a bocca e percussioni. L’Africa, ieri come oggi, è ricchissima di strumenti a percussione e a corda, dalle forme a dai suoni più diversi. Tutte testimonianze di un passato in alcuni casi ancora oggi vivo e in grado di influenzare attraverso contaminazioni etniche il nostro modo di fare musica. 

L’arco sonoro sembra essere considerato da diversi studiosi il progenitore di tutti gli strumenti a corda. Ne esistono diversi tipi a seconda del luogo di provenienza, possono essere fissi a terra, portatili, suonati a pizzico o con la bocca. Un esempio ancora attualmente in uso è il birimbao. si pensa che l’arco sonoro venisse usato in rituali di iniziazione o per raggiungere la comunicazione con gli spiriti. La cetra invece deriva da un antico strumento asiatico. È caratterizzata da una cassa armonica piatta, una tastiera e alcune corde libere, ma ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli. A seconda della zona di provenienza abbiamo diverse varianti: koto (Giappone), zheng (Cina), cetra da tavolo (Germania). Troviamo inoltre invenzioni recenti come la cetra ad arco e l’autoharp, usate spesso nella musica folk, il salterio medievale, il clavicembalo (o cembalo a corde) e il clavicordo. In questi ultimi due, le corde non sono esterne ma all'interno di una cassa armonica; mentre nel clavicembalo le corde vengono pizzicate, nel clavicordo sono percosse come nel pianoforte. Il pianoforte, inventato nel 1709 dal padovano Bartolomeo Cristofori, può essere considerato l’evoluzione del clavicordo. Ha subito anch'esso diversi perfezionamenti nella meccanica e nel suono fino a diventare col tipo a coda lo strumento più utilizzato sostituendo completamente il clavicordo e il clavicembalo. 

I liuti e le arpe, detti cordofoni composti, di cui fa parte anche la lira (molto utilizzata nell'antichità ma oramai completamente abbandonata), sono una famiglia di strumenti molto numerosa e presente in ogni cultura ed area geografica. La viella, oggi non più usata, è considerata il precursore del violino e della viola. Inizialmente aveva la cassa armonica a forma di spatola divenuta poi piriforme (a forma di pera) per poi curvarsi all'interno per favorire i movimenti dell’arco. La viola da gamba, derivata dalla viella, perfezionata nel medioevo, composta da 6 corde con cassa di diverse grandezze a seconda dell’intonazione (soprano, contralto, tenore, violone ecc.) ebbe notevole diffusione nel Cinquecento e nel Seicento. La viola d’amore è considerata una sua variante, dotata di 7 corde più un certo numero di altre corde di risonanza. 

Il violino, considerato ormai uno degli strumenti più significativi della musica classica, sembra comparire agli inizi del ‘500. Si trova la parola violino per la prima volta nei registri della tesoreria dei Savoia nel 1523. Non ne è certa l’origine (la paternità potrebbe essere di Gasparo Bertolotti), ma nel XVI secolo gli artigiani italiani lo portano all'apice del suo sviluppo. Acquista il suo attuale aspetto verso la fine del ‘700 e la definizione tecnica verso la metà dell’Ottocento con l’invenzione della mentoniera. La viola e il contrabbasso nel loro attuale aspetto e utilizzo sono strumenti molto recenti. Il mandolino, anch'esso abbastanza recente (metà XVII secolo), deriva dalla famiglia dei liuti, viene suonato con un plettro in tremolo continuo; è stato utilizzato per esempio da Vivaldi, Verdi, Mahler, Mozart sia come strumento solista che in orchestra. 

Il liuto ha origini antichissime e nel tempo ha assunto forme e sonorità molto diverse. Il liuto utilizzato in Europa è molto differente da quello arabo (‘ud o eud). Nel rinascimento diventa lo strumento essenziale della musica strumentale e successivamente soprattutto per accompagnare il canto, sostituito poi nel Settecento dal cembalo nella musica domestica più tardi dal pianoforte. Con l’aggiunta di un complesso di corde basse (bordoni) viene denominato arciliuto. Nella versione col manico allungato prenderà il nome di chitarrone. Un’ulteriore variante è denominata tiorba. 

Diamo però un’occhiata generale anche agli strumenti meno noti a noi europei. Tutti sappiamo per esempio che l’Africa è ricchissima di percussioni di ogni genere con tradizioni molto antiche, ma troviamo anche suoni ricchi e affascinanti nella kora - un’arpa-liuto a 21 corde con una grossa cassa di risonanza ricavata da una zucca - strumento tipico dei griot, che nella società africana costituiscono una vera e proprio casta di suonatori di corte. Il balafon, costituito da tasselli di legno ai quali vengono applicati risuonatori di zucca, lo xilofono (ormai introdotto anche nella musica classica e nel jazz) il liuto gabusi a cinque corde - depositario di un repertorio molto antico cantato in arabo o in comoriano. Spostandoci invece verso il mondo arabo dell’Africa e del Medio Oriente troviamo l’antica tradizione dei liuti (oud). Dobbiamo a Abu Nasr Al Farabi (autore di un trattato di musicologia sulle scale, i modi e i ritmi arabi e la loro esecuzione per liuto vissuto tra l’870 e il 950 d.C.), un’importante codificazione e teorizzazione. Un cenno doveroso deve essere fatto al sufismo, un complesso e rigoroso metodo di addestramento mentale e spirituale praticato attraverso la danza che viene accompagnata dal canto, da flauti (come il ney, presente per esempio anche in Turchia) e da tamburi. Abbiamo poi strumenti tipici quali lo juwak, lo zurna (una specie di oboe) il bendir (un grosso tamburo) ecc. Un antico strumento diffuso in Medio Oriente e in Asia Centrale – ma se ne trovano tracce anche in Cina e in Giappone dove è noto col nome di biwa e pi’pa (ancora oggi utilizzati) – è il bardat (un tipo di liuto progenitore dell’oud), che appare già raffigurato su tavolette di terracotta datate al I secolo d.C. 

Nell'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea) il patrimonio culturale e musicale è molto ricco e antico. Nell'antica Cina la musica era considerata la diretta manifestazione della forza vitale dell’universo (qi) e la parola che indica la musica, yue, è rappresentata dallo stesso ideogramma che indica la parola serenità (li). La musica nella cultura confuciana deve essere serena, equilibrata, meditativa, diretta alla contemplazione e all'autocontrollo. Gli strumenti più utilizzati sono la pi’pa (liuto piriforme a manico corto con 4 corde), il sanxian (liuto a manico lungo a 3 corde noto col nome di shamisen in Giappone e dàn tam in Vietnam), la cetra lunga zheng in Cina, il kayagum in Corea, il koto in Giappone, che presentano tutti notevoli somiglianze. Troviamo poi i cosiddetti flauti a fessura xiao (Cina), tanso (Corea), ahakuhaki (Giappone), anch'essi molto simili, e inoltre gli organi a bocca (sheng, sho, saing). La musica dell’Estremo Oriente è stata notevolmente influenzata dal confucianesimo, pensiero filosofico religioso del VI secolo a.C. elaborato e diffuso da Kung Fu Tzu (Confucio), secondo il quale la musica ha una funzione etica e morale e può avere effetti positivi o negativi sul comportamento umano. Inoltre, la musica può influire sul delicato equilibrio tra il Cielo e la Terra e influire sull'ordine sociale e sulla stabilità del governo. Nella nostra società attuale invece, spesso la musica viene svuotata di significato. 

Molto più prosaicamente è soprattutto considerata una forma di intrattenimento, un’industria economicamente redditizia (e questo dovrebbe farci riflettere…!). Spesso puro spettacolo e distrazione, un sottofondo da centro commerciale o a scuola più semplicemente un “intervallo” tra materie più importanti. Eppure, ancora oggi la musica compie di continuo una grande magia, mettendoci in contatto e in sintonia con gli altri, con i sentimenti più profondi, regalandoci emozioni e momenti di riflessione a volte molto intensi.

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